POROTON in zona sismica – murature portanti, tamponamenti e sicurezza strutturale
Il comportamento delle murature in laterizio nelle aree sismiche
Quando si affronta il tema delle costruzioni in territori classificati come sismici, emerge immediatamente la necessità di materiali che non offrano solo resistenza ma anche prevedibilità. Una muratura deve collaborare con il sistema strutturale, assecondarne i movimenti, dissipare l’energia senza cedere in modo fragile. Non serve una parete “indistruttibile”: serve una parete che reagisca con coerenza, capace di deformarsi in maniera controllata. È in questa logica che i LATERIZI POROTON si inseriscono con naturalezza. La struttura alveolare, la porosità calibrata e la massa distribuita offrono una risposta più delicata rispetto ai laterizi pieni, riducendo le forze d’inerzia e limitando gli effetti di concentrazione degli sforzi. Qui conta molto la regolarità interna del blocco: i setti verticali, disposti in modo gerarchico, non interrompono la continuità ma la guidano, permettendo alla muratura di seguire le oscillazioni senza generare rotture improvvise. Anche in edifici di piccola e media altezza, dove la rigidezza globale è moderata, si percepisce un comportamento più armonico, quasi una cooperazione spontanea tra telaio e tamponamento. È questo equilibrio, spesso invisibile a occhio nudo, a contribuire alla stabilità complessiva durante un sisma.
Murature portanti in POROTON: stabilità, duttilità e controllo dei meccanismi di rottura
Le murature portanti lavorano in un contesto più complesso rispetto ai tamponamenti, perché devono sostenere carichi verticali e affrontare azioni orizzontali generate dai terremoti. La rottura per taglio diagonale o lo schiacciamento localizzato non dipendono solo dalla resistenza del materiale, ma da come la muratura distribuisce gli sforzi lungo il proprio sviluppo. I blocchi porizzati, grazie alla loro struttura interna più leggera e alla capacità di dissipare energia, riducono la probabilità di attivare meccanismi di crisi fragili. La porosità non è un difetto: è una strategia di alleggerimento che riduce la massa e, di conseguenza, le forze sismiche. Una muratura più leggera produce minori richieste alle fondazioni e al telaio, permettendo alla struttura di muoversi con maggiore libertà senza accumulare tensioni eccessive. Nei casi reali, come edifici a due o tre livelli in zona sismica moderata, la muratura portante in laterizio porizzato mostra un comportamento diffuso e controllato, con fessurazioni che si sviluppano dove sono previste e che non compromettono la stabilità. La duttilità del sistema, data anche dall’interazione tra malta e blocco, offre una riserva di resistenza che si manifesta proprio quando serve, evitando crolli improvvisi.
Pareti di tamponamento: ruolo, criticità e come evitarle con laterizio porizzato
Le pareti di tamponamento, se sfruttate correttamente, possono migliorare la risposta dinamica dell’edificio; se progettate male, possono diventare il segmento più lento della catena produttiva strutturale e trasformarsi in un problema serio. La rigidità eccessiva di alcuni materiali, o il loro peso elevato, può generare interazioni indesiderate con il telaio, creando impatti, sforzi di martellamento e distacchi localizzati. Con i laterizi porizzati, invece, il comportamento è più morbido e progressivo: la cavità interna frammenta la propagazione delle fessure, riduce la massa e attenua gli urti durante gli spostamenti orizzontali. In molti cantieri si è osservato come, a parità di sollecitazione, una tamponatura in laterizio porizzato riporti danni distribuiti e non concentrati, facilitando interventi di ripristino e riducendo la possibilità di espulsione della parete. Questo tipo di muratura accompagna il telaio, non lo ostacola. È un aspetto cruciale, perché in un terremoto la collaborazione tra elementi strutturali e non strutturali è fondamentale quanto la resistenza del materiale stesso. Una parete che segue i movimenti del telaio, senza diventare un blocco operativo, contribuisce a mantenere l’edificio leggibile anche dopo scuotimenti ripetuti.
Connessioni, vincoli e continuità: ciò che determina il comportamento reale di una parete grazie alla sicurezza strutturale
La qualità del materiale non basta: la differenza reale la fanno le connessioni. Una parete eccellente, se collegata in modo discontinuo o incoerente, può trasformarsi rapidamente in un punto critico che rallenta il processo di dissipazione. Gli ancoraggi alle travi, la continuità dei giunti verticali, la distribuzione uniforme della malta e la scelta dei sistemi di ammorsamento determinano la capacità della muratura di collaborare in modo efficace. In molti edifici, le pareti che hanno resistito meglio non erano necessariamente quelle più spesse, ma quelle più coerenti nei collegamenti. Una connessione troppo rigida crea un passaggio che frena l’intero flusso di risposta dinamica; una connessione troppo debole genera instabilità, rotazioni e distacchi. L’uso di blocchi porizzati riduce naturalmente la massa e limita i carichi sugli ancoraggi, ma resta fondamentale la cura del dettaglio costruttivo. Nei cantieri più accurati, si osservano pareti che, anche dopo un sisma significativo, mantengono la geometria generale e presentano solo fessure superficiali, segno di una collaborazione equilibrata con il telaio. Questo livello di continuità è ciò che permette all’edificio di restare integro e, soprattutto, sicuro.
POROTON e progettazione antisismica contemporanea: un sistema coerente con le norme e con la fisica
Le normative moderne guardano alla muratura non come elemento isolato ma come parte di un sistema complesso, in cui masse, vincoli, deformabilità e gerarchia delle resistenze devono dialogare. La leggerezza relativa dei blocchi porizzati riduce le forze di inerzia, mentre la loro geometria interna permette una dissipazione diffusa, più dolce e meno soggetta a collassi fragili. È un materiale che si inserisce con logica nella progettazione attuale, perché rispetta il principio cardine: non ostacolare i movimenti strutturali, ma accompagnarli. In edifici multipiano, la muratura porizzata riduce differenze di comportamento tra i vari livelli, limitando gli accumuli di forza che possono trasformarsi in punti di instabilità. Inoltre, la facilità con cui il laterizio porizzato può essere integrato con cordoli, pilastri e sistemi di irrigidimento lo rende un materiale prevedibile e affidabile, caratteristica indispensabile quando si parla di sicurezza strutturale e sismica. La progettazione moderna non cerca solo resistenza: cerca armonia tra componenti, e proprio in questa armonia i blocchi porizzati dimostrano la loro efficacia.
La sicurezza strutturale percepita nel tempo: quando la muratura contribuisce al comportamento globale
La sicurezza strutturale di un edificio non si misura solo al momento della verifica strutturale. Conta come il materiale evolve, come risponde a cicli termici, vibrazioni, micro-assestamenti e piccoli scuotimenti che nel corso degli anni mettono alla prova ogni componente. Il laterizio porizzato offre una stabilità che non deriva solo dalla resistenza, ma dalla capacità di distribuire gli sforzi e mantenere una risposta elastica controllata anche dopo sollecitazioni ripetute. Una parete che conserva la propria geometria e non sviluppa distacchi o rotazioni anomale comunica sicurezza strutturale e affidabilità. La massa controllata attutisce gli impulsi, la struttura interna smorza le tensioni, e la muratura rimane leggibile anche a distanza di tempo. In un contesto sismico, questa continuità è un valore concreto: non serve che la parete sia “perfetta”, serve che sia coerente, stabile e collaborativa. È questa coerenza, percepibile anche dagli utenti più attenti, a definire un edificio capace di affrontare il tempo e gli eventi con una resilienza naturale.