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Murature passive e NZEB con POROTON – strategie per edifici a basso consumo

Murature passive e NZEB con POROTON – strategie per edifici a basso consumo

Il ruolo delle murature passive nella progettazione contemporanea

Quando si affronta il tema degli edifici a basso consumo, ci si accorge abbastanza presto che la muratura non è più soltanto un elemento che separa l’interno dall’esterno, ma diventa una parte attiva nella gestione dell’energia. Un involucro ben progettato riesce a stabilizzare il microclima interno, riducendo gli sbalzi termici e alleggerendo il carico sugli impianti. In sostanza, è come se la parete assumesse una funzione di regolazione spontanea, assorbendo e rilasciando energia senza che l’utente se ne accorga. Le murature realizzate con blocchi in laterizio porizzato, in particolare, offrono una combinazione interessante tra massa, inerzia e permeabilità al vapore, tre elementi che nei progetti NZEB iniziano a contare quanto gli spessori di isolamento o i sistemi di ventilazione. La presenza di cavità interne e la micro-porosità del materiale aiutano a modulare i flussi di calore, mentre la massa controllata evita che la parete diventi un accumulo eccessivo di energia nei mesi estivi. I LATERIZI POROTON si inseriscono bene in questo panorama perché hanno un comportamento regolare, e questa regolarità permette ai progettisti di prevedere come la parete risponderà nel tempo, senza affidarsi troppo alla compensazione impiantistica.

 

Dal concetto di energia quasi zero alla costruzione reale: cosa serve davvero a un edificio NZEB

Nei progetti NZEB, la teoria è molto chiara: ridurre il fabbisogno energetico e far sì che una quota significativa sia coperta da energie rinnovabili. Nella pratica, però, tutto ruota attorno all’involucro. Una muratura inefficiente diventa un fattore limitante che costringe gli impianti a colmare continuamente le dispersioni, trasformando l’edificio in un sistema instabile. L’inerzia termica dei blocchi porizzati aiuta proprio a evitare questa instabilità perché smorza i picchi, rallenta gli scambi e mantiene una temperatura interna più costante. In un appartamento esposto a sud, ad esempio, la stratigrafia interna dei blocchi trattiene una parte del calore estivo e lo rilascia lentamente nelle ore serali, riducendo il rischio che gli ambienti raggiungano temperature elevate. Lo stesso principio vale in inverno, quando una parete con massa e micro-porosità adeguate evita che il calore generato dagli impianti venga disperso in modo immediato. Il risultato è una riduzione del lavoro della pompa di calore o della caldaia, che non devono compensare continuamente variazioni improvvise. Questo comportamento, prevedibile e costante, è ciò che distingue un edificio davvero performante da uno che si limita a soddisfare i requisiti minimi di legge.

 

Murature in laterizio porizzato nei sistemi a murature passive: comfort, sfasamento e controllo dell’umidità

La progettazione di murature passive richiede di valutare più fattori contemporaneamente, perché comfort e risparmio energetico non derivano da un singolo parametro ma da un insieme di interazioni. Lo sfasamento termico, ad esempio, gioca un ruolo fondamentale nei climi caldi: una parete capace di ritardare il passaggio del picco di calore anche di 10 o 12 ore permette all’edificio di “respirare” con ritmi più stabili. I laterizi alveolari, grazie alla distribuzione ordinata delle cavità e ai setti interni, rallentano la propagazione del calore e garantiscono un flusso più graduale verso l’interno. Allo stesso modo, la permeabilità al vapore contribuisce a mantenere un’umidità interna più equilibrata, evitando condense superficiali e problemi di muffa. È un dettaglio che spesso si coglie solo vivendo realmente l’edificio: le pareti in laterizio porizzato tendono a mantenere ambienti asciutti, con una sensazione di comfort più naturale rispetto alle stratigrafie che affidano tutto al cappotto esterno. In contesti reali, come abitazioni unifamiliari progettate con criteri di murature passive, si osserva con frequenza una stabilità termica che non dipende solo dagli impianti, ma dalla capacità stessa della muratura di regolare l’energia in modo spontaneo.

 

POROTON e NZEB: come si integrano con impianti, cappotti e strategie di ventilazione

Un edificio a energia quasi zero non può basarsi su un singolo elemento performante, ma sulla somma coerente di più componenti. La muratura deve dialogare con il sistema di isolamento esterno, con la ventilazione meccanica controllata e con gli impianti ad alta efficienza. In questa integrazione, i blocchi porizzati lavorano bene perché non creano strozzature del processo energetico. La massa moderata non ostacola la ventilazione, la permeabilità al vapore facilita il bilanciamento igrometrico e la regolarità della struttura interna evita differenze di comportamento tra parti diverse della parete. In un edificio con cappotto esterno, per esempio, la muratura in laterizio porizzato supporta l’isolante invece di contrastarlo, mantenendo una superficie portante stabile e coerente. Anche dal punto di vista impiantistico, la presenza di cavità interne aiuta a integrare tubazioni e canalizzazioni senza generare discontinuità critiche. In edifici multipiano, infine, la maggiore stabilità termica delle pareti in laterizio riduce gli sbalzi tra un piano e l’altro, permettendo agli impianti di funzionare con meno correzioni e meno cicli di accensione. È una collaborazione silenziosa, ma determinante per ottenere prestazioni elevate.

Strategie avanzate per massimizzare la prestazione invernale ed estiva delle murature POROTON

Per progettare un edificio NZEB con murature in laterizio porizzato, occorre ragionare in termini di equilibrio: massa, isolamento, sfasamento e permeabilità devono lavorare insieme. Una parete troppo pesante rischia di trattenere calore indesiderato in estate, mentre una muratura troppo leggera non garantisce stabilità in inverno. I blocchi porizzati rappresentano una soluzione intermedia che permette di ottenere un comportamento bilanciato. In un edificio in zona climatica E, ad esempio, la combinazione tra una parete portante in laterizio porizzato e un isolamento esterno continuo riduce la dispersione invernale e massimizza lo sfasamento estivo. Il cappotto esterno evita il contatto diretto della muratura con le temperature esterne, mentre il laterizio regola i flussi e garantisce un microclima interno omogeneo. In estate, l’inerzia del laterizio porizzato rallenta la salita della temperatura, riducendo la dipendenza dai sistemi di climatizzazione. In inverno, la stessa inerzia evita che il calore prodotto dagli impianti venga dissipato troppo in fretta. Questa doppia funzione rende la muratura un elemento realmente attivo nella strategia energetica.

 

Una sintesi naturale: edifici che consumano poco perché costruiti con intelligenza

La progettazione NZEB non dipende da tecnologie futuristiche o soluzioni complesse. Molto spesso, il punto vero è scegliere materiali che collaborano con l’edificio e che mantengono il loro comportamento nel tempo. Le murature in laterizio porizzato, se inserite in una progettazione coerente, non diventano un anello debole del sistema ma una parte integrante dell’equilibrio energetico. Offrono inerzia senza eccessi, regolano l’umidità senza artifici, dialogano con l’isolamento ed evitano quei picchi termici che rendono gli ambienti difficili da controllare. Ed è proprio questa naturalezza, questa capacità di accompagnare l’edificio senza richiedere continue compensazioni impiantistiche, a renderle adatte alle murature passive e alle certificazioni NZEB. Un edificio che consuma poco è, prima di tutto, un edificio che disperde poco. E questo, nei fatti, dipende dalla qualità dell’involucro.