Energie rinnovabili: ecco quali sono le fonti dei tipi di energia
Sono molti oramai gli studi che valutano i danni che giornalmente sono arrecati all’ambiente e alla salute della popolazione e all’economia a causa dello sfruttamento dei combustibili fossili.
Così come le ricerche che si susseguono hanno stimato che annualmente circa 5 milioni di persone decedono prematuramente a causa dell’inquinamento con un costo quantizzato in circa 3000 miliardi di dollari.
Difatti l’insorgenza di malattie respiratorie croniche aggrava il PIL delle nazioni, pertanto si tende sempre più a incentivare l’utilizzo di fonti rinnovabili per attuare la transizione energetica a costi sostenibili.
Cosa è l’Energia rinnovabile
Con il termine “energia rinnovabile” si indicano quelle fonti energetiche che non sono soggette ad un immediato esaurimento e con impatto ambientale quasi nullo.
Le principali fonti ad energia rinnovabile sono: L’energia solare; l’energia eolica; l’energia idroelettrica; l’energia da biomassa.
Negli ultimi anni la moderna tecnologia ha consentito alle energie rinnovabili un largo impiego in diversi settori produttivi come la produzione di energia elettrica, riscaldamento e climatizzazione di ambienti con stazionamento di persone, produzione di acqua sanitaria, nei trasporti e nel settore agricolo.
Fonti di energie rinnovabili
Quella che è di certo a minore impatto ambientale è l’energia solare che tra le energie rinnovabili è la più sfruttata con le applicazioni più utilizzate nel campo dei cosiddetti “solare fotovoltaico”; “solare termico”; “solare termodinamico”.
L’energia che il sole fornisce naturalmente è illimitata, e si converte in energia elettrica per mezzo dei pannelli solari o degli impianti fotovoltaici.
Le innovazioni tecnologiche hanno favorito la diffusione dell’energia solare con costi d’installazione molto ridotti rispetto al recente passato, anzi oggi è possibile il recupero dell’investimento iniziale dovuto alle agevolazioni fiscali in vigore.
Altra fonte rinnovabile è costituita dall’energia eolica che in realtà è una trasformazione dell’energia cinetica del vento in energia meccanica e poi elettrica, anche questa fonte essendo rinnovabile è altrettanto valida per la produzione nazionale di energia.
L’energia da biomassa viene prodotta per mezzo della combustione di sostanze organiche, gli alberi e le piante o gli scarti agricoli o industriali insieme ai rifiuti urbani costituiscono il combustibile per la produzione di questa energia.
L’energia idroelettrica è prodotta dallo sfruttamento dell’energia prodotta dal salto di livello da un potenziale maggiore a quello minore di una massa d’acqua in movimento convogliata in apposite turbine che producono l’energia elettrica.
Mercato delle energie rinnovabili
Le previsioni di crescita delle energie rinnovabili e quindi il loro mercato sono ambite e significative e per fortuna sono riconosciute in tutto il mondo come testimoni della presa d’atto e di coscienza che lo sfruttamento delle energie fossili portano a irreversibili rischi ambientali.
Le energie rinnovabili devono essere quindi sostenute e incentivate a livello globale perché la salute del pianeta Terra deve essere salvaguardata ad ogni costo e il concorso delle Nazioni verso un unico obiettivo energetico è un traguardo fondamentale per le future generazioni.
Ci consola sapere che secondo uno studio americano si ipotizza un’importante crescita dell’impiego di energia solare ed eolica entro il 2023.
Basti considerare che le energie rinnovabili costituiscono ad oggi al mondo già la seconda fonte per la produzione di energia elettrica.
Ma ciò non è ancora abbastanza se si vogliono raggiungere quegli obiettivi a lungo termine per clima e la qualità dell’aria e per l’accesso all’energia sostenibili fatta tutta di energia rinnovabile.
In materia energetica un passo importante in tal senso è stato attuato dall’Unione Europea che ha imposto agli Stati membri l’adeguamento alle direttive della Comunità Europea a quanto previsto dalla Strategia Energetica Nazionale circa la riduzione delle emissioni inquinanti e che si prefigge di abbatterle del 63% entro l’anno 2050.
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