La risposta sismica delle tamponature
Per gli edifici aventi struttura portante in cemento armato, le tamponature che si posano sui solai del fabbricato hanno come funzione principale quella di separare oltre che le varie unità abitative, anche quello di sparare l’ambiente l’interno dall’ambiente esterno.
Prima dell’entrata in vigore dell’OPCM n. 3431 del 03/05/2005, quando si eseguiva una progettazione strutturale non veniva considerato alcun contributo che elementi come le murature potessero fornire riguardo alla risposta sismica della struttura.
Le recenti esperienze sismiche al contrario hanno dimostrato che esiste un tale contributo e pertanto sia nell’allegato A del D.M. n. 58 del 28 febbraio 2017 prima, sia nelle NTC del 2018 approvate con le Costruzioni D.M. del 17 gennaio 2018, dopo, se ne è richiamata l’importanza.
Interazione tra tamponatura e struttura portante
Il modo e la tecnica costruttiva utilizzata per la realizzazione delle tamponature ha influenza sulla risposta sismica della struttura portante di un fabbricato sia per i carichi verticali che per i carichi orizzontali.
La progettazione strutturale di un qualsiasi manufatto edilizio avente struttura principale a telaio, considera i carichi trasmessi dalle tamponature come dei carichi linearmente distribuiti sulle travi del telaio su cui poggiano.
La simulazione teorica è corretta solo se in fase costruttiva e per garantire la struttura portante soggetta ai soli carichi verticali, la realizzazione delle tamponature avvenissero a partire dall’ultimo piano del fabbricato a scendere.
Infatti ciò realizza il corretto deformarsi delle travi caricandole della giusta aliquota delle tamponature senza interferenza con i carichi posti ai piani inferiori; viceversa se si realizzasse la partenza dai piani bassi il carico verticale che si aggiunge per ogni piano tamponato soprastante graverebbe anche sulle tamponature sottostanti.
Per quanto attiene alla risposta delle azioni orizzontali su una struttura a telaio, deve considerarsi l’interazione che si attua tra la struttura sismoresistente e le tamponature; ciò si effettua con alcune verifiche:
- gli spostamenti d’interpiano devono rispettare i limiti imposti dalla normativa, paragrafo 7.3.6.1 Elementi strutturali delle NTC 2018;
- non si devono svilupparsi fenomeni di espulsione delle tamponature secondo Criteri di progettazione di elementi strutturali secondari ed elementi costruttivi non strutturali, paragrafo 7.2.3 delle NTC 2018.
Come garantire il giusto comportamento delle tamponature
Si ha bisogno di garantire il giusto comportamento delle tamponature in edifici di nuova costruzione e ciò è possibile verificando le deformazioni nel piano e attuando le verifiche di stabilità indicate al paragrafo 7.3.6.2 delle NTC 2018, e la Circolare Esplicativa del C.S.LL.PP. n.7 del 21 gennaio 2018 che recita che la stabilità degli elementi, non strutturali, può considerarsi soddisfatta con l’adozione e posa in opera di reti leggere sui entrambi i lati del tamponamento e collegate tra di loro e alle strutture circostanti, unitamente alla disposizione di un numero adeguato di connettori in misura di 4 ogni metro quadro, ma anche con l’inserimento di armature orizzontali annegate nei letti di malta.
La prima normativa che ha inserito la problematica della risposta sismica delle tamponature è il D.M. 02/07/1981che richiedeva per le tamponature la verifica allo scorrimento, alla fessurazione diagonale e allo schiacciamento locale e degli spigoli per gli edifici già costruiti.
Poi il D.M. del 16 gennaio 1996 e la Circolare Esplicativa del 10 aprile 1997, le stesse verifiche suddette sono state imposte anche per gli edifici di nuova costruzione.
La successiva OPCM n. 3431 del 03/05/2005 ha recepito le indicazioni dell’Eurocodice 8, con l’introduzione delle verifiche del ribaltamento fuori piano.
Con il D.M del 14 gennaio -NTC 2008 e del D.M. del 17 gennaio del 2018 NTC 2018, viene imposta la verifica delle tamponature con la limitazione degli spostamenti tra i piani strutturali e loro verifica di espulsione.
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