Oggi giorno ci troviamo davanti ad una sfida grandissima: la realizzazione edilizia in taglio ecosostenibile. Lo sviluppo delle abitazioni e dell’edilizia ha avuto un impatto determinante sia per il progresso della nostra specie che per il pianeta.
La relazione che nasce tra ambiente e uomo che diviene ideale prevede che il 1° abbia la capacità di essere accogliente senza estinguersi, mentre il 2° deve avere la capacità di svilupparsi al suo interno sia per quanto concerne il numero che anche a livello di qualità della vita degli esseri umani. Un adattamento di questo genere prevede una relazione con l’ambiente, nel senso di possibilità di sfruttamento delle risorse sia per il nutrimento che per la proliferazione della specie.
La biocompatibilità degli edifici
Nell’edilizia è necessario considerare anche il rapporto tra costruzioni e salute in termini di costo per l’ambiente. Oltre a capire la biocompatibilità degli edifici, è necessario fare una differenza tra la loro ecosostenibilità in relazione all’utilizzo e in relazione ai singoli elementi che lo compongono.
Un materiale salubre per l’uomo può avere un grandissimo impatto sull’ambiente, e viceversa un materiale abbondante ed economico in natura può essere di danneggiamento per gli uomini: un esempio di questa categoria è l’amianto.
Costruzione e ambiente: le normative da principio
Nel 2019 l’Enea ha reso pubblico l’Osservatorio degli edifici a energia quasi zero che riguarda li biennio che va dal 2016 al 2018, aprendo un’indagine sulla diffusione degli edifici detti nZEB in Italia.
Così come viene detto dall’Osservatorio, si vede che il numero degli nZEB è aumentato molto velocemente, non solo dove è stato introdotto l’obbligo.
All’estate 2018 ammontava a circa 1400 il numero degli edifici nZEB in Italia, per lo più nuove costruzioni (90%) a uso residenziale (85%).
Per quanto riguarda le tecnologie utilizzate diciamo che i risultati danno dito a quanto osservato anche in recenti analisi su un campione di nZEB in Europa ovvero che queste sembrano prescindere dalla zona climatica, sia per ciò che riguarda gli impianti sia a livello di soluzioni di cappotto.
Dopo l’entrata in vigore del decreto attuativo “Requisiti Minimi” della L. 90/2013 in recepimento della Direttiva Europea EPBD Recast, l’analisi della normativa mette purtroppo in luce alcune carenze anche notevoli su alcuni aspetti di fondamentale importanza, come ad esempio la valutazione della prestazione energetica estiva degli edifici.
Le direttive europee in materia NZEB
Le direttive europee nascono in un contesto ambientale che presenta delle temperature medie meno elevate, soprattutto in estate, rispetto a quelle italiane: si osserva ancora una mancanza di risposta da parte della Comunità Europea (C.E.) sulla tematica dell’efficienza a livello energetico in estive, quando in Italia le spese per il raffrescamento superano di molto quelle di riscaldamento in inverno!
Gli indicatori inseriti all’interno dalla nuova normativa rischiano di dare a chi ne usufruisce alla fine indicazioni sbagliate sul comportamento dell’edificio.
I nuovi decreti del Ministero dello Sviluppo Economico cambiano le modalità di calcolo delle prestazioni di energia degli edifici e rendono più restrittivi i requisiti minimi di efficienza per gli edifici nuovi o/e quelli da ristrutturare.
Due le modifiche:
- I limiti delle prestazione di energia sono stati imposti in rapporto ad un plesso di riferimento” uguale a quello reale ma con delle caratteristiche a livello termico ed di impianti riportate nel decreto o/e non più riferiti alla zona climatica e al rapporto S/V.
- Il valore dell’energia primaria (EPi), somma dei valori dei fabbisogni di energia primaria per la climatizzazione invernale, estiva e per la produzione di acqua calda sanitaria, è stato sostituito con l’indice di prestazione energetica globale dell’edificio (EPgl).
La certificazione energetica
Il risultato finale di tutto il complesso di operazioni e verifiche da svolgere alla luce delle normative, si traduce nel rilascio dell’Attestato di Prestazione Energetica (APE), le cui caratteristiche sono prescritte a livello nazionale con il decreto:“Adeguamento del decreto del Ministro dello sviluppo economico, 26 giugno 2009 – Linee guida nazionali per la certificazione energetica degli edifici” (nel seguito “decreto certificazione energetica”).
L’edificio NZEB dovrà essere per forza una combo ideale tra tech costruttiva e impianti tecnologici installati, compresi quelli per produrre l’energia rinnovabile.
Ma cos’è un edificio NZEB?
In Italia è entrato in vigore il 1° gennaio del 2021 l’obbligo di costruire solo edifici nZEB per tutti gli edifici che siano questi privati e/o pubblici.
Gli nZEB (acronimo di nearly Zero Energy Building) sono strutture ad elevate prestazione a livello energetico che chiedono per funzionare un consumo di energia veramente basso, quasi 0. Il loro fabbisogno è quindi coperto in maniera significativa da energia prodotta da fonti rinnovabili.
Con la ricezione delle normative europee sull’efficienza e sulla prestazione di energia tutti gli edifici che siano nuovi o/e sottoposti a riqualificazione energetica, questi dovranno essere degli nZEB ovvero edifici ad energia quasi zero.
I costi di un edificio
Chi progetta un edificio NZEB deve rende meno possibile l’incidenza e/o il costo di alcuni consumi, ovvero quelli di:
- riscaldamento (in inverno)
- raffrescamento (in estate)
- produzione di acqua calda sanitaria
- energia elettrica per il funzionamento degli elettrodomestici e/o illuminazione
- ventilazione per ricambio d’aria.
Se prendiamo il patrimonio edilizio esistente, costruito per la maggior parte senza tecniche di risparmio energetico particolari, C’è mediamente un consumo per il riscaldamento e/o per l’acqua calda che varia tra i 200 ed i 400 kWh/mq all’anno.
Gli edifici nZEB dovrebbero raggiungere un livello molto più basso di consumo di energia, giungendo fino a 30 kWh/mq all’anno.
Le soluzioni costruttive T2D
Le soluzioni di costruzione di T2D dano la possibilità di realizzare cappotti da alte perstazioni termiche per mettere in piedi edifici a energia quasi zero, NZEB.
Con l’abbassamento dei consumi di energia e l’utilizzo di fonti rinnovabili vengono introdotti i concetti di base di quelli che sono gli edifici a energia quasi zero, NZEB, che hanno come caratteristica un fabbisogno di energia davvero molto basso o quasi 0, appunto, coperto in misura davvero importante da energia emessa da fonti rinnovabili.
La direttiva europea n. 31 del 2010 ha introdotto l’idea di edificio a energia quasi zero NZEB chenasce dalla necessità di ridurre i consumi di energia del 20% entro il 2020.
L’obiettivo è stato importato per tutti gli edifici di nuova realizzazione a partire da quest’anno, dal 2019 invece per gli edifici pubblici.
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